martedì 12 ottobre 2010

Ha ragione mia nipote: se il nonno non lo vedo lo dimentico?

Eh... forse lei che ha pochi ricordi si. Noi, o meglio, io che ho trascorso 36 anni con lui credo proprio di no.

E' proprio da quest'esperienza tragica che inizio a capire che alla prossima visita ad una famiglia colpita da un lutto non dirò nulla, nulla, sarà una mesta presenza.

Che la parola condoglianze, derivante dal latino "sofro con te" sia vera, ma è così lucubre...

CHi prima di me ci è passato abbracciandomi mi diceva: Elena che dirti? Fatti forza.

Solo i figli di Paolo non avevano parole, la pensano come me?

Mah...

Tante donne credenti mi hanno detto: ci vuole tanta fede.

Oh si, la fede, vero che ti da quel senso che lui ci sia ancora, che da lassù ti protegge e ti guarda ( come dico sempre ai miei nipotini). E' la stessa fede che ti fa dire le preghiere, andare a messa per ricordarlo. Mio padre non era un grande frequestatore di chiese, ma affiatato e benvoluto dai parroci proprio per la sua onestà, giovialità e disponibilità. Sono molto molto in dubbio sulla fede, ma forse la mia è una enorme confusione dopo un forte trauma, la quale mi ha cancellato dalla memoria le due settimane dopo la morte.

Il nostro fisico, la nostra anima, due cose diverse ma insieme. Lui muore, il suo corpo dietro una lapide, ma a volte vorrei estrarlo per rianimarlo, ma sappiamo macabramente cosa potrei trovare. Allora ci si aggrappa a quest'idea eterea di lui sorridente lassù... oppure come se fosse qui. Perchè i miei nonni li vedevo ovunque anche dopo morti? Li sognavo? Li pensavo con tranquillità? Forse era l'eta che a 20anni ero più sognatrice?

Ora i 36 anni mi spiattellano la verità cruda e nuda senza tanti preamboli, e a volte mi sento sciocca a pensare che lui è accanto a me: è morto, un corpo freddo dietro una lapide. Non c'è più.

Tutti i suoi abiti ben sistemati nei cassetti, che nessuno apre più. I suoi abiti nella cesta delle cose ancora da lavare, io e mia madre non troviamo il coraggio di lavare, perchè? La sua fisarmonica nel suo baule, nessuno la sa suonare, nessuno... Il suo binocolo, lo userò io... Il suo posto letto, vuoto, il porticato con tutte le sue cinfrusaglie vuoto perchè i miei fratelli hanno riordinato.

Il suo gazeebo vuoto, la sua voce non la sento più, l'unico modo per udirla è ricordare e nella testa la sento ma, sembra lontana, non è come quando una persona parla dal vero e puoi udire dal vivo... Insomma... è devastante la sua mancanza.

Vedere nel posacenere del furgone i mozziconi delle sue sigarette, nessuno, nemeno i miei fratelli hanno vuotato quel posacenere. Sono li fermi, sporchi di cenere, mozziconi fumati probabilmente la sera prima... Se penso che li ci ha appoggiato le labbra per fumare, com'è devastante questo pensare continuo? Si Si è devastante, c'è tutto il presente di una persona scomparsa, ha vissuto e c'è tutto di lui, ma lui non c'è...

Ho trovato una sua foto in primo piano, è talmente realistica che sembra di averlo difronte, i suoi occhi chiari ti fissano con tutta la bontà che nascondeva dietro a quell'aspetto rude, fuoriesce una strana forza da quello sguardo dolcissimo. Mi manca, m'aggrappo alla fede, si, lo penso qui accanto a me che mi vede scrivere, paparone? Sei qui? E poi mi sento ridicola.

Al cimitero non vorrei mai andarmene, ho seriamente pensato all'idea di portarmi una seggiola per stare la delle ore, chissenefrega della gente? Io devo fare compagnia al mio papà...

E' talmente la mia voglia di rivederlo che per stare accanto a lui prendo la scala e mi siedo vicino, ma potrò farlo per poco, fino a quando non ci saranno altri defunti accanto a lui, ma al momento giusto prenderò una tomba di famiglia.

Ecco tutto il mio disagio e confusione che si notano in queste righe...

E la morte? E' davvero così devastante perchè toglie tutto il bello di una vita presente, la lascia le cose materiali, frivole, ma che ricollegano a quella vita presente, e di colpo quelle cose assumono un forte significato. La morte toglie tutto, ma resta tanto...

La vita? Un bimbo che arriva ha tutto da prendere e da conoscere, e prima di lui non c'era traccia...

Invece la morte porta via ciò che di più caro e importante e ci si ritrova con tanti strascichi, prove, ricordi, oggetti, tutto resta tranne che la persona. E' desolante, toccare, vedere le sue cose e lui non c'è più, e come disse una persona alla veglia: Elena, fatti tanta forza perchè da ora in poi indietro non torni più.

So veramente solo ora cosa prova un famigliare quando in quei giorni si trova tutta quella folla di gente che commemora con frasi più o meno appropriate. Credo che il silenzio sia la condoglianza migliore.

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