mercoledì 31 marzo 2010

Val Senales - Pasqua 2010

Inizia così la mia bella avventura in Val Senales:
mattina già in forma e ansiosa di vedere questa famosa patria dello snowboard.
Fuori dal casello di Bolzano sud inizio a vedere castelli e panorami stupendi.



Lungo la strada troviamo la birreria della Forst
perchè non entrare? Magari gustandosi una buona birra, e poi sgranocchiare qualcosa...


menu succulento, e nonostante non fosse mezzogiorno io mi sono mangiata i canederli, e i miei amici questo piatto di formaggi con pane tipico della zona.



usciamo dalla birreria ridendo, e forse un po' alticci, la birra era buona, ne ho bevuta troppa, continuavo a ridere senza motivo. Anche se in fondo lo so che è sempre così, quando vado in nuovi posti con persone simpatiche rido anche senza motivo, credo sia la felicità :D
Tra una risata e l'altra fotografo questo ponticello che dalla birreria porta ai parcheggi, senza dover attraversare quella insidiosa statale.




MADONNA DI SENALES
Paesino a dieci chilometri dalle piste, iniziamo un tour per visitarlo, ma è talmente piccolo che in dieci minuti abbiamo visto tutto.
Ho fotografato questa casa, brutta in apparenza, ma credo che abbia il suo fascino.



Un po il là c'era questa forneria, eh... mi ci sono tuffata dentro ad assaggiare
i dolci tipici. Buoni, anche se un po' pesantucci...





GHIACCIAIO SENALES


finalmente la mattina dopo guardo le piste, ero impressionata dalla funivia, non ne avevo mai vista una così grande, non vedevo l'ora di salire. Mentre aspettavo ho fatto fotografie qua e la


Saliamo in ghiacciaio, ma niente, non si vedeva niente e non conoscevo le piste, oltretutto non stavo bene, colpa di quei problemucci mensili....
quindi domenica passata a fare le piste in basso e a bere nei bar...
Lunedì di Pasquetta finalmente ritorno in ghiacciaio sempre molto freddo, e un vento fortissimo che mi spingeva a terra mentre carvavo...
Vento che mi rallentava quando l'avevo contro, era terrificante per la forza, ma rendeva
migliori le piste lisciando la neve meglio dei gatti.
Scendo dalla funivia agitata, mi posiziono sullo snow, tiro le cricche e mi alzo guardando a valle,
parto lentamente, il vento mi tratteneva, inizio la prima discesa: senza rendermene conto ho iniziato a urlare quanto fosse bello! Non so per quanto ho urlato.
AL bivio trovo Michele e Davide sorridenti e compiaciuti della mia felicità,
ma la mia poca conoscenza delle altitudini stava per giocare un brutto scherzetto: per arrivare ad un altra pista seguo i miei amici in un breve fuoripista, cado, mi rialzo ma i 40 cm di neve fresca erano una trappola per me.
Cerco di uscire, sono quasi arrivata in pista e non riesco a respirare, inizia a girarmi la testa
ma soprattutto ogni volta che inspiravo mi sembrava di farlo a vuoto. Una brutta sensazione, mi sentivo soffocare, dalla foga di cercare aria mi sono strappata la bandana, ma niente. Cado in ginocchio, la testa mi gira, i miei amici sono lontani, il cellulare è scarico e non passa nessuno di li.
Per fortuna ho imparato a controllare le mie paure, mi sono seduta, e ho provato a distrarmi guardando il panorama, quel poco che si vedeva, il vento alzava troppo la neve.
Pian piano il battito cardiaco torna normale e riprendo a respirare senza quello stranno affanno e quel brutto fischio che provocava la mia gola... Mi calmo, e una volta tranquilla riparto. Parolacce ai miei amici, ma in fondo la "testina" sono io, avessi seguito il mio buonsenso... ma la bellezza del posto, la neve stupenda, mi avevano esaltato. Per la prima volta in vita mia tracciavo la pista liscia liscia, poi il vento cancellava subito, ma almeno anch'io come i bravi snowboarder lasciavo la scia....
Mi è rimasto impresso il fatto che in seggiovia mi venisse una sonno terrificante, da riuscire ad addormentarmi nonostante i -14 gradi e il vento....




La prima discesa è stata la scoperta delle piste, era bello per me fotografarle, i ricordi di quel posto, e intanto pensavo: però se avessi una macchina fotografica migliore... pensavo... certi punti la mia macchinetta non è riuscita ad immortalarli, certi scorci, certi panorami... ufffiiii li ho solo nella mia mente e non li posso far vedere a nessuno.
Man mano scendevo mi domandavo: ma piste nere queste?
Per un attimo ho pensato: sono diventata talmente brava da non considerarle nere!!!
Ma poi ho realizzato che forse non conosco i canoni per definire una pista quanto possa esser difficile o meno.



Le discese dopo, invece, sono state il divertimento di andare con la mia tavola, le ho affrontate bene, peccato solo quel vento dispettoso che in alcune curve mi spingeva al punto di farmi cadere per la controlamina. Ho certi lividi da far paura :D ma che ci posso fare? Sono felice lo stesso...
Forse ci ho rimesso il menisco, il ginocchio oggi è ancora ridotto male... ma chi se ne frega?
Adoro la montagna e il mio snowboard, a quel paese pure il menisco, andrò a farlo vedere a chi di dovere ...


LAGO DI VERNAGO




Madonna di Senales
La pensione era piccina ma ben tenuta, e la signora era una bravissima cuoca, anche se non riusciva a dire nemmeno una parola in italiano.
Camere semplici, vecchie, ma pulite. Io in camera con quei due pazzi, beh... peggio per loro :D
Però mi sono divertita, dalla felicità continuavo a dire sciocchezze, Davide e Michele che se la ridevano.



Mi è piaciuta molto la Val Senales, fatte le valigie per ritornare nella mia triste pianura pensavo che presto ci sarei tornata, si, con la mia mountain bike e Michele d'accordo faceva già dei programmi. Credevo fosse una stazione sciistica piena di alberghi, hotel e casino, invece ci siamo trovati in mezzo a queste alte montagne, poce case, pochi hotel, paesini talmente piccoli che nemmeno la mia frazione è così poco abitata. Ma nonostante lo sgomento nel ritrovarci qualcosa di diverso tutti e tre eravamo concordi nel dire che era un posto magnifico, unico, naturale e finalmente niente di commerciale. Unico neo la gente del posto, poco ospitale, quasi sclerotica in certi comportamenti, delusa dal fatto che molti nemmeno lo parlavano l'Italiano... Anche il piccolo della padrona della pensione mi chiede: Italien?
Eh... volevo rispondergli: si come te, anche tu sei Italiano.
Ma ho lasciato che andasse avanti a giocare con il suo skate e gli ho rispoto: si! Sai che anch'io vado con lo skate?
Mi guarda male e mi dice: I don't speak italian.
IN inglese mi ha risposto sto piccolo demonio sullo skate, manco in tedesco!!!!
Vabbè... sono perdonati tutti gli abitanti di questo posto, un po' gli do ragione, parlino pure la loro lingua, sono in un mondo meraviglioso, come se fosse una perla rara. Fanno bene a tenere le loro tradizioni poco italiane.
E Otzi? Eh eh... il mio amico, come dice ridendo Michele: la maledizione di Otzi ti ha colpito, voleva tenerti la con lui quando ti sei sentita male, ti avrebbero ritrovato fra 5000 anni...
Finisce con una risata mefistofelica...
Guido io l'auto di Davide, perchè al ritorno la tappa alla Forst era obbligatoria, ma povere patenti. Da brava accompagnatrice mi sono sacrificata. Guidavo, ridevo per i discorsi di Davide e Michele, le battute di spirito sulla valle, riguardo ad Otzi ( povero lui). Michele che leggendo in tedesco Apotheke (farmacia) se la rideva tanto, visto che in dialetto Bresciano/mantovano A PO TE KE significa: pure tu qui?
Guidavo, ridevo a crepapelle ma il mio pensiero costante era:
Val Senales aspettami... torno ancora :D

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