venerdì 15 gennaio 2010

soccorsi

Era da tempo che la sera non potevo andare in ufficio, dopo le rapine violente nella zona è pericoloso restare da sola, soprattutto nel mio che è isolato. Ma ieri sera mi serviva qualcosa: arrivo in prossimità del cancello e scorgo un auto ferma nel campo difronte e una macchina che sgattaiola via, al momento ho pensato fossero ancora quei rumeni che si trovano li per i loro traffici, invece... Una ragazza molto giovane è uscita di strada per evitare un'altra auto, quella che ho visto allontanarsi di fretta (bastardi hanno fatto il guaio e se la sono svignata). Il tetto dell'auto completamente schiacciato contro il platano, per me è un trauma credevo già di trovarla morta, per fortuna nello stesso momento si ferma un'altra auto e soccorriamo la ragazza. Mi chiedo come e da dove sia uscita, l'abbiamo trovata in piedi in lascrime per i dolori.
Fatta accomodare nel mio ufficio ho chiamato e aspettato i soccorsi, arrivano i genitori e il fidanzato con famiglia a seguito. Vociferio, l'hanno tempestata di domande ma lei piange e non vuole esser toccata, continua a ripetere di aver evitato un frontale, che l'altra macchina zizagava a folle velocità, vomita e si preoccupa per il mio ufficio, ma non m'interessa, la mia preocupazione è che non svenga e che possa resistere fino all'arrivo dell'ambulanza. E' sporca e spettinata, bianca come un lenzuolo, trema, e quel giubbotto anche se imbottito lascia intravedere che la spalla sinistra ha qualcosa fuori posto o comunque grave. In lontanza inizio a sentire le sirene della croce rossa, eccoli, il suono così inquietante s'avvicina e nonostante sono sollevata dal loro arrivo ho sentito un forte momento di sconforto, e stavo per piangere. Sono rimasta fuori dall'ufficio, era giusto fosse soccorsa e visitata senza troppa gente attorno , che restasse sola con i suoi famigliari. Intanto rispondo alle domande della polizia stradale, ma il mio sguardo è per quell'ambulanza aperta colma di dispositivi di soccorso, poi guardo verso la porta dell'ufficio e vedo le ombre muoversi, lo sguardo riprende l'auto completamente schiacciata al posto guida... Tutti guardiamo la capotte dell'auto, tutti ci siamo domandati come ha fatto a non rompersi la testa in quelle lamiere contorte, è stata miracolata. Oggi la opereranno appunto alla spalla. Tra soccorsi, polizia, curiosi, genitori fidanzato c'era un caos che il mio ufficio sembrava un formicaio, alla fine via l'ambulanza si allontanano tutti, polizia finisce i rilevi e se ne va, io resto li allibita a fissare quella piccola utilitaria completamente sfasciata, mio fratello la sposta con il muletto e la posiziona in un luogo sicuro al riparo da eventuali sciaccallaggi. Pulisco in ufficio, tra vomito fango e fazzoletti, ma lo sporco non m'importa, mentre tiro lo straccio ho solo in mente il volto di lei così spaventata, lei che mi guarda con gli occhi pieni di lacrime, impaurita, spaventata e ferita. Chiudo l'ufficio, il cancello e torno a casa avvilita ma fiduciosa per la guarigione, non riesco a dormire, ogni momento di una sera così concitata mi passa per la testa. Oggi l'auto è ancora li, e dalle finestre del mio ufficio ogni tanto l'osservo ancora incredula. Penso che anche questa volta un angelo custode sia sceso per aiutare, non era il suo momento si dice...
Tutti guardano e domandano se è morta, rispondo volentieri come non mai che è viva, un po' ammaccata e da operare ma per fortuna è viva.
Andro sicuramente a trovare la ragazza.

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