lunedì 7 giugno 2010

Grazie Paolo

Percorrevo con la mia biciclettina tutti i sentieri tra una stalla e l'altra, quanto abbiamo giocato così io, Stefania e Claudio. Quante volte ci hai rimproverato perchè ci arrampicavamo sulle cataste di fieno, o perchè facevamo spaventare le mucche.
Non dimenticherò mai che quando ero in panico per l'ennesimo dispetto di mia zia tu mi consolavi, come mi scrollasti quel giorno, ti ricordi? Mi dicevi: Elena stai calma, picchiarla non serve a nulla. Quanti consigli quel giorno, mi asciugavi le lacrime, cercavi di tranquillizzare la mia rabbia, sei stato saggio e forte, grazie Paolo...
Ricordo quando sei stato vicino a mio padre per la morte dello zio, hai saputo consolare con discrezione, la tua presenza costante ma non invadente.
Qui in ufficio, mi sembra di vederti far capolino, e tu che mi dici: Elena, puoi pesare per favore?
Oppure quando ci bevavamo il caffè e ridendo mi parlavi delle tue nipotine, e io dei miei, quanto ridere facevamo, quante chiacchiere, quanti racconti sui nostri piccoli pargoli.
Ieri non avevo capito, o non volevo capire che fosse così grave, ho sperato ce la potessi fare. Non è giusto così, non così, proprio tu che eri così meticoloso nella sicurezza. Non ci credo che non ti vedrò più far capolino dalla porta per chiedermi di pesare il tuo raccolto, non ci credo che non berrò più il caffè insieme, non ci credo che non ci sei più.
Non mi sembra vero, eri così vicino a noi...
Perchè? Perchè? Perchè ora devo parlare al passato? Mentre ti penso ancora vivo tra noi, che non è vero, si sono sbagliati, ma più telefona la gente più mi rendo conto che è vero... è tremendo, è atroce, non ci voglio credere, non è possibile, non tu!


Ciao Paolo... grazie Paolo... vorrei tanto abbracciarti forte

2 commenti:

Any74 ha detto...

Le quattro e mezza di domenica, ho il suono delle pale dell'eliambulanza che ancora mi risuonano nelle orecchie...
Ero in ufficio, l'eliambulanza ha sorvolato la zona e si è posata, suona il telefono, mia mamma che urla: Paolo, Paolo si è fatto male, c'è qui l'eliambulanza.
Ricordo di aver chiuso tutto, corsa a casa, ma poi sono tornata in ufficio perchè dicevano che non eri grave, al contrario di mio padre che insisteva a dire che invece lo eri. E' toccato proprio a mio padre starti vicino negli ultimi istanti...
Non sono riuscita a lavorare, rientro e ascolto le telefonate, parlo con gli altri vicini, sono uscita con la Livia ma tenevo d'occhio il cellulare.
Ho ancora nella mente la telefonata di mia madre verso le 22:20 che mi annunciava che non eri riuscito a sopravvivere. Ho fissato le luci del lago, per un attimo anche quel panorama così bello aveva assunto un colore funereo, non era lo scuro della sera... era diventato funereo...
La Livia parlava, ma non facevo altro che dirmi mentre guardavo il lago: Paolo non ci sei più, Paolo non c'è più...
Ho avanzato la cena, Livia parlava ma io annuivo con la testa ma non ricordo cosa dicesse, era come se il lago, le onde, le luci delle coste facessero da cornice ai ricordi, da quelli dell'infanzia con i tuoi figli, a quelli più recenti. Elena, se mi fai un caffè lo bevo volentieri! Mi diceva sempre quando entrava in ufficio.
Ho la tua immagine ben vestito e circondato di fiori e gente in lacrime. Ma non ci credo...
La gente, la cascina colma di gente, eri conosciutissimo. Ma non ci credo. Ero li, ti ho visto, ho tremato prima di entrare perchè non volevo vedere la realtà, ma anche se ti ho visto non ci credo. So che non ti vedrò più, non escono le lacrime, no... non ci riesco perchè ho i ricordi che mi sono addosso, è come se ti proiettassero e ti potessi parlare. Solo per tua moglie e i figli sono preoccupata, loro non ti potranno più vivere.
Stamattina ho fatto il caffè, Paolo, se vuoi qui c'è sempre per te una tazzina pronta, non potremo fare come prima, ma per me è come se ci fossi.
Ti voglio un mare di bene.

Any74 ha detto...

E dopo circa un mese pensando ho ancora questa fitta al cuore, caspita che vuoto hai lasciato PAolo!!!! I cucina un atua grande foto, che mio padre non riesce a guardare perchè gli manchi.
Io che scruto la porta, ogni volta che passa il tuo fiorino guardo felice ma non sei tu, è il tuo operaio. Mammamia com'è dura Paolo, ci manchi da impazzire.
Lo so, lo so, fare la piagnona non serve a nulla, ma caspiterina se manchi!!!!!