mercoledì 5 gennaio 2011

Anno nuovo vita nuova? Mah...

Ormai questo detto mi stuzica per iniziare con ottimi propositi, poi il destino si presenta sempre uguale. Però decisioni in merito al destino le sto prendendo :D
Il 2010 così colmo di lutti, soprattutto il tuo caro papà. Ste annaccio schifoso, ma non sento il nuovo 2011, è come se il 2010 si prolungasse, o almeno mi perseguita. Ma ci provo a non farmi accalappiare.
Finito con una bella cena a base di cotecchino e lenticchie nella mia città preferita: Riva del Garda. Con amici semplici, simpatici, poco cavalieri ma tremendamente veri.
Parto da casa verso le 17.30 del pomeriggio, dopo giorni d'insistenza di mamma per mandarmi in montagna, ma lasciarla sola all'ultimo era per me tremendo, ma lei insisteva al punto che ha rifiutato gl'inviti delle sue amiche e insisteva per mandare me. Faccio le valigie e rifiniti gli ultimi mestierolini di casa per aiutarla parto, la saluto in modo caloroso, ma quando ho girato le spalle e ho chiuso la portiera dell'auto sono scoppiata in un lungo pianto, fino a Peschiera del Garda. Papino, mi salutavi sempre con mille raccomandazioni...
Subito vengo distratta dalle pattuglie di guardia, smetto di piangere e penso che tu papino non mi vuoi così, andavo nella mia adorata Riva del Garda. Proseguo il mio itinerario ascoltando la musica afro, mi passa la malinconia e guardo le luci serali che profilano il lago sulla sponda bresciana. Sembra tutto adobbato il Garda, con una bellissima fila di lucine ...
Giungo a Torbole ed infine a Riva
che adobbata per le festività natalizie è davvero bella, la sera il chiaro della luna illumina
tutte le montagne intorno, dalle pareti spunta qualche presepio illuminato e qualche baita.
E le stelle? Tante, tantissime a impreziosire quella corona di monti che si tuffano nel lago che a seconda dell'angolazione fa da specchio alla luna e la rende meravigliosa.
La gente, tanta, tutta in piazza che si reca verso i ristoranti, io che approdata e scaricato le valigie mi dirigo verso l'appartamento, trascinavo la mia valigia e tenevo forte il mio snowboard, Michele difronte a me con altre valigie mi spiegava l'appartamento. Dal parcheggio al centro avevo tanto da camminare, ma ammetto che ero divertita a vedere tutte quelle luci, le persone tutte sorridenti, le signore impelliciate che guardavano le vetrine prima di entrare nei ristoranti. Erano tutti in ordine agghindati di tutto punto, io vestita bene ma semplicissima con la mia valigia mi lasciavo scivolare addosso lo sguardo schifatto delle snob, e sorridevo a chi capiva la mia natura e indicava divertito la mia sacca dello snowboard :D
Serata semplice ma bella, vera, me la sono proprio goduta, soprattuto la cucina di Dario... che cuoco!!!
Mezzanotte in piazza, fuochi inizialmente mediocri, quasi fiacchi, sembravano lanciati alla velocità di un bradipo. Ero attirata più che altro dal panorama notturno, le montagne di notte con il riflesso lunare sembrano più maestose. Le stelle, ohhh quante stelle, ho pensato: ciao papà.
Quante persone intorno a me che festeggiavano, io ammutolita guardavo.
Letto presto, il giorno dopo Val Senales.
Rivederla illuminata dal sole è bellissima, dal ghiacciaio un panorama pazzesco. Peccato che la mia poca attività fisica ha dato cattivi frutti, con lo snow ho fatto pena.
Seduta su una panchina ho reagito da vera sciocca, piagnucolando su me stessa e della mia scarsa capacità di andare in snow. Dal 30 di agosto sento che ogni cosa svolta, anche la più semplice mi mancano le forze, mi sento più vecchia della mia età.
Papino, ti sei portato via buona parte di me quel giorno, ma prometto che recupererò presto...
Il ritorno a casa è stato difficile per via del traffico, ma la mia conoscenza della sponda Veronese ha avantaggiato l'evitare le code, purtroppo non sono riuscita a presenziare alla messa per te, caro papi. Una volta a casa, tutto così scuro, e tu non c'eri a chiedermi: com'è andata in montagna? Hai fatto qualche figura?

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